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Una corsa veloce fino agli spogliatoi e poi il rito della vestizione, ripetuto fino alla nausea durante gli addestramenti; molte volte, in quei brevi periodi, Lipeio ripensava alle tappe che lo avevano condotto in quel luogo così distante da casa e anche dal suo cuore. L'infanzia in quella metropoli cosi fumosa e egoista, i suoi amici, gli studi, la laurea e infine il suo lavoro presso la tipografia dello zio. Lavorava, sì, ma si comportava più come un automa che non come un uomo dotato di volontà e di raziocinio. Infine la lettera del nonno che lo invitava a passare le ferie estive a casa sua, sulle Alpi. Fu quella l'ultima primavera passata in città. Da quel momento in poi le sue giornate non furono più uguali e noiose come prima: la natura, il clima, la bellezza di quei luoghi entrarono per sempre nel suo animo. Tuttavia Lipeio non sentiva questo come un punto di arrivo ma come la base di tutta la sua vita futura e alla prima occasione che gli si presentò ricomincio la sua ascesa spirituale.
In quel periodo l'Esercito cercava volontari che si offrissero come esploratori e guardiani per le basi terrestri che cominciavano a essere costruite sui nuovi mondi abitabili extra-solari. L'allenamento fu duro ma tuttavia coronato dalla nomina a Ufficiale Esploratore su Ganesha. Nova Athinay era in quel momento somigliante più ad una caserma che non ad una colonia; il clima era simile a quello terrestre di tipo sub-polare: freddo intenso, pioggia frequente (e gelata) ma per complicati motivi meteorologici raramente nevicava.
Si infilò il casco in fretta e si diresse, questa volta con un passo veloce, verso gli hangar. In quell'ambiente così aspro e variegato i mezzi migliori per una ricognizione veloce e sicura erano gli ORSA, operatori robotici (grossi muletti) dall'aspetto umanoide dotati di tutte le più sofisticate apparecchiature elettroniche e armati mediocremente. Mentre si stava infilando nel suo mezzo una ronzante voce elettronica lo avvertì: "G90 operativo; missione di ... ricognizione; codice 626 in zona Passo di Beowulf; partenza immediata; ulteriori istruzioni trasferite nel calcolatore di bordo ...".
Si infilò il casco in fretta e si diresse, questa volta con un passo veloce, verso gli hangar. In quell'ambiente così aspro e variegato i mezzi migliori per una ricognizione veloce e sicura erano gli ORSA, operatori robotici (grossi muletti) dall'aspetto umanoide dotati di tutte le più sofisticate apparecchiature elettroniche e armati mediocremente. Mentre si stava infilando nel suo mezzo una ronzante voce elettronica lo avvertì: "G90 operativo; missione di ... ricognizione; codice 626 in zona Passo di Beowulf; partenza immediata; ulteriori istruzioni trasferite nel calcolatore di bordo ...".
(continua)
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